l’anno nuovo

Sono solo numeri, non traguardi.
Sono io, tutti quei numeri e ora che lo so, non riesco più a fare i conti alla rovescia.

Mi va il sangue in testa.
Adesso i miei giorni hanno questo valore maturo:

non li sgrano pregando ritorni ragionati, novità attese, vittorie precotte.
Sono io, l’attesa.
Io sono il tempo. Tu sei dentro ai miei vestiti usati,

nelle promesse taciute per scaramanzia. Sei dentro ciò che vedranno i miei occhi;

sei nella mia bocca, che assaggerà un sapore, che ho quasi dimenticato.

Ma è lì che sarai: fuori di me e dal tempo, intorno a me. Accanto.
Non so se vedrò quello in cui credo.

Domani, oppure ieri l’ho visto e non me ne sono ancora accorta.
Ho solo imparato a non aspettare. A non cercare.

Perché la mia bussola non funziona. Ho solo una fede calda.
Il resto deve ancora arrivare. Tutto deve ancora arrivare.

Io, devo ancora arrivare.
Domani non sei tu, né lo spazio nuovo in cui sarò.

Non è neppure una data. Domani sono io e ha già le rughe.
Domani è il mio palmo che toccherà qualcosa.

E se non pungerà, sarà la volta buona.
L’anno nuovo sono io.

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